di Fulvio Accardi
Non tratto di scienza, ma di pura intuizione.
In verità esiste un'altra teoria riguardante le sorti dell'universo, denominata Big Rip, grande strappo, che comporterebbe la progressiva dispersione delle masse presenti nell'universo fino alla completa disgregazione di ogni legame tra la materia stessa.
Non potendo riconoscere in una sola di queste teorie una verità assoluta, siamo costretti a considerare un 50% di possibilità per ciascuna.
Quello che tenterò di spiegare in questo scritto è che, per un 50% di possibilità, senza scomodare alcun dio, siamo tutti immortali.
-Se l'universo è ridondante non ha propriamente né un inizio né una fine, poiché coinciderebbero con il loro rispettivo opposto, quindi l'universo è eterno, è ed è sempre stato. (Non fate quelle facce... se avete creduto a un tipo barbuto, eterno, onnisciente e paurosamente egocentrico, potete immaginare anche questo).
-Cosa succede nel passaggio tra due cicli universali: se la materia resta identica a se stessa ne consegue che la materia costituente il primo universo e quella del secondo siano la stessa.
Qui c'è un facile trabocchetto della logica: non dobbiamo pensare che ogni ciclo sia identico al precedente o al successivo, poiché la materia si ricombina seguendo un ordine di scrupolosa matrice caotica. Questo potrebbe spiegare il grande dilemma entropico del perchè il nostro universo è scrupolosamente bilanciato per ospitare vita, e quindi perchè esistiamo. Secondo questo schema è semplice, perchè in un sistema ridondante all'infinito la più remota improbabilità diventa certezza.
-Facciamo il punto della questione: dati gli elementi di sopra possiamo finalmente parlare di noi.
Cosa siamo oggettivamente? Tutto quello che siamo, percepiamo, pensiamo e facciamo è dovuto a una combinazione di materia. Le nostre emozioni sono dovute a equilibri chimici, la nostra pelle e il nostro corpo sono fatti di tessuti, cellule, atomi, nucleoni, elettroni, positroni e così via.
Immaginate che anche il più dimenticato elettrone del più inutile atomo, del più stupido pelo sul vostro naso venga dal Big Bang, e quindi dal Big Crunch, e quindi da un Big Bang precedente e così via. Persino il nostro pensiero è dovuto a combinazioni di materia.
Se tutto ciò che siamo è dovuto alle combinazioni della materia anche il nostro essere deve esserlo, e per "essere" non intendo la nostra individualità, intendo la nostra autocoscienza, il potere di autocontemplarci.
-Il tempo: il tempo esiste perchè ci siamo noi a percepirlo. Faccio un esempio, se perdete coscienza per 10 ore avvertite quelle 10 ore? No, perchè non siete coscienti per percepire il tempo che passa.
Se tu non percepisci il tempo, per te non esiste, e fa poca differenza se si tratti di 10 ore o 10 secoli, perchè li avvertirai come una frazione di secondo una volta che tornerai a percepirlo.
-Cosa avviene dopo la morte: la nostra morte è la fine di questa condizione di coscienza. La materia che ci compone si sfalda, si decompone, prende parte in altri organismi, si trasforma. A fine ciclo si ricompatta nel Big Crunch e ri-esplode col Big Bang espandendosi nell'universo via via nei miliardi di miliardi di cicli, contraendosi ed espandendisi caoticamente per forme sempre nuove, finché in un determinato ciclo non verrà a ricomporsi nella forma che oggi comporta il tuo essere autocosciente. Intendiamoci, con questo non parlo di reincarnazione o cazzate new age del genere, non intendo infatti che tornerai tu, perchè “tu” è un concetto fenotipico, più di carattere che di essere vero e proprio. Tu muori, viaggi per miliardi e miliardi e miliardi di cicli fino a ricombinarti uguale a te stesso e ad avere una percezione identica a quella di ora, ma come individuo nuovo, tabula rasa.
-Questo giochetto si ripete all'infinito da sempre e così sarà sempre, per questo siamo immortali.
(Al 50% eh...xD)
Mi è piaciuto un sacco!!
RispondiEliminaIn particolare la riflessione sul tempo, che soddisfa l'immagine che io ho dello stesso, e che pensandoci, effettivamente, mi mette un pizzico di ansia.. perchè a livello sensoriale, mi piace eccome non sapere cosa puntano le lancette mentre io mi godo qualsiasi azione in quel momento mi tenga occupata! Ma a livello materiale (pratico, và) quando non sono cosciente dello scorrere del tempo vuol dire che mi sta sfuggendo (cioè, ovviamente lui continua per fatti suoi, ma io perdo il suo contatto!), per cui la situazione in cui "torno a percepirlo" e lo "avverto come una frazione di secondo" (ti cito!) mi fa uscire matta, e mi rende improvvisamente cosciente che lo scorrere di quel secondo non è lontanamente paragonabile alle effettive dieci ore che, molto probabilmente, sono trascorse!
Commento di una vittima dell'ansia, che spera di guarire cercando sempre di anticiparlo questo cavolo di tempo!!
baciiiii
Feda
Evviva i ragazzi che usano la testa, che filosofeggiano, pensano, fantasticano, riflettono, creano, scrivono e diventano immortali...
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