mercoledì 9 febbraio 2011

Giornalismo 3.0

da www.labsus.org | Alessandra Potenza


Con l'avvento del terremoto-internet, alla crisi del giornalismo tradizionale si è accompagnato l'affermarsi di un nuovo modo di fare informazione, che vede protagonisti i comuni cittadini quali produttori di notizie.
Se c'è qualcosa che internet ci ha insegnato è che tutti hanno qualcosa da dire
Si parla spesso di crisi del giornalismo, calo di vendite dei quotidiani, pre-pensionamento dei giornalisti, testate sull’orlo della bancarotta. E tutto per colpa di Internet. Le notizie gratuite online sottraggono lettori ai quotidiani di carta e i siti web più popolari rubano la pubblicità, da sempre fonte di sostentamento dei media.

Giornalismo e partecipazione

Ma non tutto il male vien per nuocere. Se da una parte Internet e le nuove tecnologie mettono in crisi il giornalismo tradizionale, dall’altra esse aprono nuove opportunità di partecipazione ai comuni cittadini. I lettori non sono più solo consumatori di notizie, ma produttori di informazione. In una parola: prosumers. Un’aplologia delle parole producer e consumer che indica al meglio l’essenza dei nuovi cittadini nell’era del Web 2.0. Se c’è una cosa che Internet ci ha insegnato è che tutti hanno qualcosa da dire. Un’opinione, un commento, un’analisi, un pensiero, uno studio approfondito che rispecchia la ricerca di una vita. Le nuove tecnologie permettono ai cittadini di comunicare il proprio sapere gratuitamente, nel modo più creativo e innovativo che si possa pensare. Dagli articoli scritti sui milioni di blog che popolano l’oceano del web, alle fotografie condivise su Flickr. Dai video-inchiesta pubblicati su YouReporter.it, alle voci dell’enciclopedia comune Wikipedia.
Per la prima volta nella storia dell’umanità, Internet ha permesso di sottrarre il monopolio dell’informazione dalla cerchia ristretta di giornalisti che da sempre l’hanno prodotta, controllata, canalizzata. E, in Italia, dove la potenza dei gruppi editoriali e il duopolio Rai-Mediaset della tv hanno sempre precluso il vero pluralismo dell’informazione, tutto ciò rappresenta una rivoluzione senza precedenti. La libertà di espressione, precondizione della sussidiarietà, può così prosperare.
Il citizen journalism, il giornalismo partecipativo che parte dal basso, permette alla gente comune di trasformarsi in reporter, di condurre inchieste e di denunciare le ingiustizie a livello locale. Negli ultimi anni, i media tradizionali hanno compreso il valore di questi contributi e sono nati programmi come Citizen Report di Giovanni Minoli su Rai 3, siti web partecipativi come Fai Notizia di radio Radicale e iniziative come quelle del National Geographic per invogliare i lettori a inviare le foto-degrado dei siti archeologici italiani.
Certo, il citizen journalism incoraggiato dall’espansione di Internet non sostituirà mai il giornalismo d’inchiesta delle grandi testate e dei professionisti, ma è una risorsa, ancora sottovalutata, che finirà per incrementare il livello di attivismo sociale dei cittadini e il loro coinvolgimento nella costruzione di una società più giusta. Il volto nuovo di una nobile professione iniziata secoli fa.

Una ricerca e un sondaggio

In questo scenario, Internet rappresenta una risorsa e una minaccia al tempo stesso, se non verrà utilizzato nel modo giusto. In tutto il mondo il giornalismo sta cambiando. E questa rivoluzione, più veloce di quanto si immagini, riguarda tutti, non solo i professionisti del settore, che vedono diminuire gli introiti, ma anche i cittadini, che rischiano di ritrovarsi senza un giornalismo di qualità che tiene d’occhio il potere. In che misura il web sta cambiando le abitudini di lettura e vendita dei quotidiani? I giornali di carta stanno perdendo il loro ruolo socio-culturale? Mentre negli Stati Uniti e nel resto d’Europa questi argomenti sono ampiamente discussi, in Italia sono relativamente poche le ricerche in questo campo. Cliccando su questo link (http://160caratteriperdirlo.blogspot.com/2011/01/httppolldaddy.html) è possibile partecipare ad un sondaggio, il cui obiettivo ultimo è quello di fornire un quadro più dettagliato della situazione appena esposta, capace di descrivere al meglio alcuni aspetti rilevanti di questo periodo di transizione e profondo cambiamento che sta interessando sempre più il mondo del giornalismo in generale.

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