venerdì 28 ottobre 2011

Quando arriva la primavera?

Tunisia, fine ottobre 2011. A La Goulette, una cittadina che affaccia sul mediterraneo, è successo qualcosa di grave. Nella caoticità giornaliera delle strade principali si scorgono visi preoccupati, distorti dalla preoccupazione, dalla paura persino. Una donna si porta la mano alla bocca, il viso irrigidito da una smorfia. Un anziano si ferma e scatta una foto, intorno la situazione inizia a scaldarsi. Un automobilista si sporge dal finestrino, alza gli occhi verso le antiche mura e impreca nella sua lingua. Un bambino è sul punto di piangere mentre un gruppo di uomini inizia a gridare e avvicinarsi alle mura con fare minaccioso. La situazione sembra precipitare. Cosa li scandalizza? Cos'è che ha portato sgomento in questa tranquilla cittadina costiera?
Sulle antiche mura, mano ignota ha steso un gigantesco telo con l'effige di Ben Ali, l'ex presidente cacciato meno di un anno fa dal suo popolo soffocato dalla fame di pane e di libertà.
Alla vigilia delle prime elezioni libere per eleggere l'assemblea costituente, la faccia gigantesca di Ben Ali torna a campeggiare a La Goulette. Ecco perché la comunità piomba nel panico e nella rabbia disperata.
Il gruppo di uomini minacciosi si porta a ridosso delle mura e tira giù il telo con violenza. Appare una grande scritta, che in arabo recita:"Attenzione, la dittatura può tornare. Il 23 ottobre VOTATE".




Le immagini mi hanno commosso. Penso ad un Paese, il mio, che vive sotto un telo altrettanto ingombrante ed opprimente. Il telo è macchiato dal sangue delle stragi, appesantito da corruzione, egoismo ed interessi di parte. Sotto il telo l'aria è irrespirabile, il fetore soffocante. Il telo nasconde la propria natura fraudolenta solo a chi non vuole guardare. Non basta un gruppo di uomini volenterosi a buttarlo giù. Sarebbe necessario fosse un intero popolo a disfarsene. Ma troppi sono quelli che trovano riparo sotto il telo, troppi si lasciano avvolgere dal tiepido olezzo turandosi il naso.
Io non so quale sia il grado di umiliazione che un uomo può tollerare prima di trasformarsi in bestia. Ho fiducia però, perché so che lo scoprirò presto, lo scopriremo insieme se non ci disferemo immediatamente di questo maledetto telo.

martedì 11 ottobre 2011

Il cerchio e il triangolo

1)  Il presidente del consiglio nomina il ministro della giustizia, che invia gli ispettori nelle procure di Bari e Napoli che stanno indagando sul presidente del consiglio, che ha nominato il guardasigilli che ha spedito gli ispettori ministeriali nelle procure di Bari e Napoli che stanno indagando sul presidente del consiglio, che ha scelto Nitto Palma come ministro della giustizia affinché inviasse gli ispettori nelle procure che stanno indagando su di lui.
Questo è il cerchio, e sarà anche una figura geometrica perfetta, ma a me fa schifo.




2) il presidente
del consiglio
                 nomina ------------>

il ministro della 
giustizia 
che invia
 <--------------gli ispettori

nelle procure che 
stanno indagando
 sul presidente 
del consiglio

Questo è il triangolo, nella sua più comune forma "a conflitto d'interesse". Questo tipo di triangolo si iscrive perfettamente nel cerchio di cui sopra.


mercoledì 5 ottobre 2011

Due minuti



Più spesso di quanto credessi, di quanto volessi, questa finestra sul web e sul mondo si è rivelata uno specchio. Uno specchio opaco e in penombra, nel quale a fatica avreste potuto scorgere la vostra immagine, ma uno specchio. E quindi non un balcone dal quale affacciarsi e parlare agli altri, ma uno specchio per guardarsi. Ecco quindi perché faccio così fatica a riavvicinarmi, temendo di sapere già cosa vedrò quando sarò abbastanza vicino. Avete mai pensato cosa può provare un invalido che si guarda per la prima volta allo specchio dopo l'amputazione di un arto? O un obeso che mangia un gelato davanti al riflesso della propria immagine completamente nudo? E cosa pensano i ciechi degli specchi? Bene, gli specchi sono oggetti affascinanti, ma non ho la più pallida idea del perché ve ne stia scrivendo ora, nè trovo un motivo valido per continuare. Magari nei prossimi giorni vi parlerò dei film che ho visto, magari discuteremo del turbinio di eventi che ci stanno affondando, magari rimarremo in silenzio. Ora però vi voglio trascrivere il testo di un bel dialogo sulla libertà, tratto da Easy Rider. Fosse questa una finestra, una piazza virtuale, mi aspetterei provocasse reazioni, come fosse un'orazione davanti ad una folla; provocasse risa e mugugni, ira e dubbi. Provocasse qualcosa, magari la partecipazione ad un dibattito. Nella penombra di questo specchio sarebbe uno squarcio di luce.

JN Lo sai? Una volta questo era proprio un gran bel paese. E non riesco a capire quello che gli è successo.
DH Beh, è che tutti hanno paura, ecco cos'è successo. Noi non possiamo neanche andare in uno di quegli alberghetti da due soldi, voglio dire proprio di quelli da due soldi, capisci? Credono che si vada a scannarli, o qualcosa...hanno paura.
JN Sì, ma non hanno paura di voi. Hanno paura di quello che voi rappresentate.
DH Ma quando? Per loro noi siamo solo della gente che ha bisogno di tagliarsi i capelli...
JN Ma no...quello che voi rappresentate per loro, è la libertà. 
DH Che c'è di male nella libertà? La libertà è tutto!
JN Ah sì, è vero: la libertà è tutto, d'accordo ma...parlare di libertà, ed essere liberi, sono due cose diverse. Voglio dire che è difficile essere liberi quando ti comprano e ti vendono al mercato. E bada, non dire mai a nessuno che non è libero, perché allora quello si darà un gran da fare a uccidere, a massacrare, per dimostrarti che lo è. Ah certo, ti parlano e ti riparlano di questa famosa libertà individuale, ma quando vedono un individuo veramente libero, allora hanno paura.
DH La paura però non li fa scappare...
JN ...no, ma li rende pericolosi.

Qua il video della scena intera, in lingua originale.

Buonanotte.