venerdì 25 febbraio 2011

La Cina finanzia l’alternativa al canale di Panama

Pubblico il mio primo articolo pubblicato su Limes, rivista italiana di geopolitica. Non perché abbia nulla a che fare con quello che solitamente scriviamo sul blog io e Massimo, ma perché mi è costato lavoro, tempo, la mia lezione di francese del lunedì pomeriggio e un mal di testa sconfitto con un moment act!
Cliccate qui per leggere l'articolo sul sito originale di Limes e per lasciare eventuali commenti... così mi fate fare bella figura!

BUONA LETTURA!


In un’intervista
al Financial Times, il presidente della Colombia Juan Manuel Santos ha confermato la veridicità di un progetto di cui si parlava da tempo.

La costruzione in suolo colombiano di una linea ferroviaria che collegherebbe la costa pacifica e quella atlantica, aggirando il famoso canale di Panama. La proposta, definita «reale» e «in uno stato abbastanza avanzato» da Santos, è di matrice cinese.

Il progetto di
Pechino, stimato intorno ai 7,6 miliardi di dollari, prevede la costruzione del cosiddetto «dry canal», una linea ferroviaria lunga 212 chilometri che collegherebbe il Pacifico a una città ancora tutta da costruire a sud di Cartagena, sull’Atlantico.


Il nuovo centro
servirebbe alla potenza asiatica per assemblare i prodotti made in China da esportare in tutta l’America. Il «canale asciutto» aggirerebbe, in questo modo, l’ormai vetusto canale di Panama.


Concluso nel 1914
dagli Stati Uniti, lo storico canale è infatti ora coinvolto in massicci lavori di ampliamento per permettere il passaggio di mercantili di dimensioni sempre più grandi.


I lavori appena
iniziati, anche quelli finanziat
i in gran parte dai capitali cinesi, termineranno entro il 2014 e permetteranno il passaggio di 18-20mila navi l’anno, contro le 14-15mila attuali.

La nuova opera
ferroviaria permetterebbe a Pechino, divenuto il secondo partner commerciale della Colombia dopo gli Stati Uniti, di aprirsi uno sbocco sull’Atlantico e di incrementare i rapporti commerciali colombiani con l’Asia.


Come ricorda
il Financial Times, i commerci bilaterali sino-colombiani sono passati dai 10 milioni di dollari nel 1980 agli oltre 5 miliardi nel 2010. È quindi logico che Pechino cerchi di rafforzare la propria posizione nel continente sudamericano.


L’«invasione» cinese,
come la definisce Federico Rampini, è un’occasione per la Cina di ricordare agli Stati Uniti, che in America latina sono sempre stati i favorit
i, chi ha il coltello dalla parte del manico.

La linea ferroviaria
non rappresenterebbe solo una corsia preferenziale per importare nel subcontinente i prodotti cinesi, ma servirebbe anche per esportare nella potenza asiatica il carbone colombiano.


Da parte sua,
il presidente Santos si è detto «molto interessato» a migliorare le infrastrutture del paese e nel promuovere accordi di libero scambio co
n l’Asia, in quanto «nuovo motore della crescita dell’economia mondiale».

La conferma ufficiale
del progetto non può che servire da monito a Washington. L’accordo di libero scambio fra la Colombia e gli Stati Uniti, firmato nel novembre del 2006 sotto la presidenza Bush, prevede l'eliminazione di dazi e di altre barriere non tariffarie. Ma non è ancora stato ratificato dal Congresso Usa.


Che il progetto
del «canale asciutto» annunciato da Santos
sia solo una strategia per fare pressioni sull’amministrazione Obama? Il presidente colombiano raggira la domanda posta dal Financial Times e cita altri accordi commerciali con il Venezuela, l’Ecuador e il Messico.

L’ambasciatore cinese
in Colombia, Gao Zhengyue, ha dichiarato apertamente che il paese sudamericano ha «una posizione strategica molto importante», da utilizzare come punto d’accesso a tutta l’American Latina.


Se l’alternativa
allo storico canale di Panama sarà realizzata grazie ai fondi forniti dalla Chinese development bank, gli Stati Uniti si vedranno sottrarre un'ulteriore fetta di influenza in un'area in cui la facevano da padroni dal Diciannovesimo secolo.


Forse Obama,
che nel suo discorso sullo stato dell’Unione di gennaio ha dichiarato di voler visitare Brasile, Cile e El Salvador «per forgiare nuove alleanze nelle Americhe», deciderà di recarsi anche a Bogotà, per dimostrare di non essersi dimenticato del suo storico alleato.

(24/02/2011)

















(La linea nera indica quello che secondo il Financial Times dovrebbe essere il percorso della nuova tratta ferroviaria, il «dry canal». Lunghezza 212 km. Le attuali infrastrutture ferroviarie che collegano il Pacifico al mar dei Caraibi, passando per Bogotà e terminando vicino a Cartagena (cerchio rosso), non sono agibili. Il progetto prevede la costruzione di una nuova città-terminal, centro di assemblaggio delle merci cinesi, e l'ampliamento del porto della città di Buenaventura (cerchio viola). Il cerchio blu indica la posizione dello storico canale di Panama.)

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