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sabato 16 luglio 2011

La morte di un amico


Ieri è morto un nostro caro amico.
Un amico che ci è sempre stato vicino, accogliendoci quando ne avevamo bisogno, riscaldandoci d'inverno con i suoi tè e le fette di torta o con una birra fresca durante l'estate. Un amico che ha valorizzato le nostre idee e la nostra fame di cultura, che ha dato spazio alla nostra creatività. Un amico che ci ha sempre incoraggiato a pensare, a criticare e a leggere, seduti su una poltroncina di velluto rosso o su sedie ripieghevoli di legno, sotto rami secchi ricoperti di lettere dell'alfabeto.
E' morto un amico che ha creduto in noi, che ci ha ascoltato e aiutato a crescere. Un amico che credeva nell'Uomo e nella sua possibilità di creare e di divenire immortale. Sentiremo la sua mancanza, come la sentiranno migliaia di altre persone, come la sentirà Roma e questo nostro Paese, che ieri ha perso ciò per cui avrebbe dovuto combattere. Ma le firme e le potreste non sono bastate.
Ieri è morto un nostro caro amico. E per questo noi piangiamo.
Addio Bibli.

lunedì 11 luglio 2011

Intervista a Rebecca Spitzmiller: riprendiamoci Roma!

di Alessandra Potenza

Negli anni 80, i criminologi George Kelling e James Wilson parlarono della teoria della finestra rotta. Il concetto era semplice: la presenza di finestre rotte in un palazzo vuoto genera altri atti di vandalismo. In breve, il degrado dell'ambiente non stimola la gente a rispettare quell'ambiente. Se quindi un uomo è abituato a vedere spazzatura, cicche e pezzi di carta sul marciapiede, avrà meno ripensamenti a gettare a terra il proprio mozzicone di sigaretta qualora non trovi un secchio a portata di mano. E così, ripulire dalle scritte la metropolitana di New York negli anni 80 e 90 ha portato a una diminuzione del vandalismo e della criminalità "minore".


A Roma, il problema della sporcizia e del degrado non è di secondaria importanza. Appena ci si allontana un po' dal centro - ma neanche troppo - cartacce, mozziconi di sigaretta, foglie secche, cacche di cane, bottiglie e pagine di giornale inondano i marciapiedi. I commercianti non hanno neanche l'interesse di pulirsi gli usci dei negozi e cancellare le scritte sui muri fra una vetrina e l'altra.
Ma se il Comune di Roma non ci pensa, dobbiamo farlo noi cittadini. Se l'Ama non passa un giorno sì e uno no a pulire le nostre strade e i muri dei nostri palazzi, dobbiamo rimboccarci le maniche e farlo noi. Del resto, non siamo stanchi di meravigliarci ogni volta della pulizia delle capitali europee?
La ribellione alle tag e al vandalismo è già cominciata per le strade della Capitale. Retake Roma, infatti, è un movimento che da un anno e mezzo promuove la pulizia della città, coinvolgendo in particolar modo i giovani. Fondato nel gennaio 2010 dalla Fondazione Garibaldi, Retake Roma incoraggia la cittadinanza attiva e l'amore per la propria città. Armati di spazzole, vernici, pennelli e pettorine, i retakers hanno già pulito diverse strade della capitale. Tutti possiamo - e dobbiamo - dare una mano. Come? Iniziate ascoltando il file audio che trovate qui sotto. Al mio microfono, una delle fondatrici di Retake Rome, Rebecca Spitzmiller, spiega di cosa si tratta il movimento e perché è necessario partecipare.


domenica 8 maggio 2011

Spazzatura selvaggia a Roma - IX municipio


Io e Alessandra abbiamo girato le immagini che vedete il 3 maggio 2011, tra Colli Albani e Piazza Epiro (IX municipio - Appio Latino). Solo più tardi abbiamo appreso dai media nazionali che tutta Roma est era sommersa dai rifiuti. Le cause?
  • tra il 30 aprile e il 1° maggio sono giunti nella capitale un milione e mezzo di pellegrini, per la beatificazione di Giovanni Paolo II (il Comune ha dovuto affrontare spese straordinarie pari a €4.2milioni);
  • il 1° maggio stesso si è festeggiata la festa del Lavoro a Piazza San Giovanni con il consueto Concertone (per una spesa di €300mila);
  • contemporaneamente, vi è stata "l'improvvisa chiusura di una discarica" (così recitano dispacci di agenzia e fonti istituzionali, come se la chiusura di una discarica fosse un evento imprevedibile);
  • lo sciopero di alcuni operatori.
Eccoci però al punto di partenza: dal 30 aprile nel IX municipio la raccolta dell'immondizia procede a singhiozzo, lo stesso vale per le zone Pigneto, Torpignattara, Prenestina, Casilina. Credo però che stiamo ancora guardando solamente la punta dell'iceberg: mio padre che abita in zona Monte Mario (Roma nord) mi avvisa che la situazione nel suo quartiere è la medesima, sin dal 30 aprile.
Strade sporche e secchi dell'immondizia sommersi da sacchetti maleodoranti solo da una settimana, eppure è una situazione intollerabile: posso solo immaginare cosa deve essere affrontare lo stesso problema per anni, come a Napoli e a Palermo.



P.S. come colonna sonora avevamo scelto i Ramones..

giovedì 7 aprile 2011

Bad Moon Rising

Chiara woke up at four thirty with a buzzing headache. The afternoon sun seeped through the shutters with a powerful insistence, enough to envelope the tiny apartment with a soft light. Drowsily, Chiara opened one eye and the first thing she saw was the inconsistent flecks of dust dancing in a tube of light. The sunray ended on the only chipped tile close to her bed. Out in the street, right under her window, a garbage man noisily dragged a plastic trash can on the san pietrini, while whistling a jingle she remembered listening to a million times on the radio.

Music. She hated it. Mozart, Dylan, Battisti, the Beatles, Mannarino. All of them. Their songs had the power to shape her mood more than the weather or the 628 bus running late. She found it unbearable. She would feel like conquering the world, then listen to Dylan’s The Times Are a-changin’ and feel a lump in her throat two minutes later. That was why her iPod was buried deep inside one of her drawers. She hadn’t used it for years.

With a faint grunt, Chiara rubbed her temples and gave a look at the clock on her night table. She had slept for seven hours but her headache seemed willing to prove the opposite. She spread her arms across the double bed and touched the cold sheets close to her side. Her right hand landed on a package of cigarettes. She grabbed one mechanically and brought it to her lips. She lit it and inhaled a long drag. The smoke climbed up in the air twisting in a sophisticated and intangible arabesque. The room became as misty as the Roman forum at sunrise, a spectacle she had seen so many times while coming back home.

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