Pubblichiamo la quarta puntata del racconto di PJ! Buona lettura!
Oggi non esiste più una sola informazione importante o banale, dal prezzo di un prodotto ai dati anagrafici di una persona, dall'orario di un treno ai dati statistici di un'azienda, da una ripresa da satellite a una telefonata fatta all'amante, da una cartella clinica ai dati di un conto corrente bancario, che non risieda in una banca dati ospitata su un computer, e non esiste più un solo computer che non sia collegato, o collegabile, a Internet. Tutte queste informazioni, dunque, sono presenti in un modo o nell'altro nella rete mondiale, e sono integrabili fra loro. La segretezza e riservatezza, l'impedimento all'accesso abusivo, sono affidati a tecniche sempre più sofisticate, come sempre più sofisticate sono le tecniche adottate da coloro che di questi dati si vogliono impadronire. Come nella eterna sfida fra il cannone e la corazza.
La nuova rivoluzione, il cosiddetto Web 2.0, vedrà l'archiviazione di qualsiasi dato solamente attraverso Internet, nella banca dati del proprio ISP (Internet Service Provider), senza nemmeno più la necessità di archiviarlo sul proprio computer, senza nemmeno la necessità di avere installato il programma necessario a generarlo. Anche il mio zibaldone potrei scriverlo e archiviarlo utilizzando, per esempio, Google Documents, il bellissimo word processor di Google, che fornisce da Internet tutte le funzioni utili per la scrittura e mette a disposizione sul loro server tutto lo spazio di archiviazione necessario. In questo modo non si ha bisogno di portarsi dietro i documenti e se vogliamo neanche il computer, poiché si può accedere alle proprie cose da qualsiasi computer in qualsiasi parte del mondo, avendo a disposizione sempre lo stesso programma. Potrei scrivere lo zibaldone così, ma non lo faccio. Sono sicuro che a qualcuno che gestisce il loro server, che non si ha modo di sapere dove si trovi, non venga in mente di dare un'occhiata? Sono sicuro che qualche abile hacker non si appropri del loro rinomato “cloud” di dati a scopo di estorsione? Del mio zibaldone, certo, non fregherebbe niente a nessuno, ma i gestori di grandi quantità di dati (dati di ogni tipo, dati sensibili e non) già ora si servono del Web 2.0, perchè in questo modo i costi di archiviazione e di gestione delle banche dati sono enormemente inferiori.
Sembrano passati secoli da quando avevo comprato l'antidiluviano Amstrad. Secoli durante i quali si è passati dalla interconnessione fra un centinaio di appassionati ad una rete mondiale che ha cambiato l'economia, la politica, la vita. Nessuno l'aveva previsto, almeno in questi termini e con questa dimensione, infatti Internet non ha un vero inventore, e il suo sviluppo ha seguito semplicemente quello delle macchine che lo rendono possibile; ad ogni evoluzione tecnologica del computer gli esperti, ma anche i semplici utenti, si sono ritrovati fra le mani delle potenzialità insospettate che hanno poi generato le nuove idee e le nuove applicazioni. E' così che sono nati il commercio elettronico, i social network, i motori di ricerca. Ed ora stiamo assistendo ad una ulteriore evoluzione, nella quale addirittura i computer, il software, le banche dati e la rete sfumano uno nell'altro e cominciano a farsi indistinguibili; ormai anche molti oggetti di uso comune, che sembrerebbero estranei alla alimentazione delle banche dati, contribuiscono a fornire preziose informazioni agli ISP: non solo i nuovi smartphone, che forniscono continuamente informazioni su dove ti trovi, su quali sono i tuoi interlocutori e i tuoi gusti, su cosa stai facendo; anche le biglietterie elettroniche per ogni tipo di trasporto pubblico; anche il Telepass per le autostrade; anche la miriade di telecamere di sicurezza; anche i banali controlli di accesso a qualsiasi ufficio, perfino i contatori elettronici dell'energia elettrica. L'elenco sarebbe lunghissimo, e nessuno ormai può pensare di poter sfuggire ad almeno qualcuna di queste applicazioni, in sé assai attraenti e utili, spesso perfino indispensabili. Ma sono anche esempi di come le banche dati si stanno enormemente dilatando, ed hanno cominciato ad includere praticamente la totalità delle informazioni in qualsiasi modo classificabili, su tutto e su tutti.
Continua...
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