lunedì 22 novembre 2010

Vieni via con me

La querelle sul programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano, seguita al monologo di lunedì scorso dello scrittore,la conosciamo tutti (altrimenti, http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/22/ricapitolando-lunedi-saviano-sfonda-una-porta/78070/ ; http://www.corriere.it/politica/10_novembre_17/maroni-saviano-vieni-via-con-me-lega_3c0900b4-f250-11df-a59d-00144f02aabc.shtml ; et similia). Il nostro ministro degli Interni è intervenuto su tutto l'intervenibile mediatico, tenendoci ostaggio della sua propaganda (quella sì, politica): Radio Padania, Matrix, Porta a Porta, L'ultima parola, In Mezz'ora.
Poi si impone anche su Ruffini, direttore di Rai3, e ottiene i suoi tre minuti di replica a Vieni via con me. Leggerà l'elenco dei successi del governo nell'azione di contrasto alle mafie.
Polemica sterile e pretestuosa, a mio avviso. Che l'infiltrazione mafiosa nella politica e nell'economia locale al Nord sia in aumento non è un'opinione, è cronaca giudiziaria (vedi rapporto DIA, primo semestre 2010); che la Lega Nord governi da quindici anni in quelle stesse amministrazioni locali, è storia. Affermare che queste organizzazioni criminali possano aver intessuto rapporti con la Lega Nord per garantire i propri interessi, è frutto di quel processo logico che è la proprietà transitiva. Il vespaio, l'ennesimo, sollevato dagli esponenti della Lega Nord è utile solo a perdere le distanze dalla cifra delle affermazioni di Saviano, e il fine di tale bagarre è proprio questo. Ancora una volta, ai fatti si contrappongono le grida, affinché il dibattito scaturito dalla constatazione di uno stato di cose possa essere derubricato a polemica politica.

Mi viene però da fare un'altra riflessione. I mezzi d'informazione che supportano le tesi governative sono imponenti e pervasivi, e svolgono il loro compito in maniera efficace e tambureggiante. Eppure.
Eppure tre minuti a "Vieni via con me" diventano vitali, irrinunciabili, indispensabili. E questo accade ogni qualvolta hanno successo programmi televisivi che producono cultura, aiutando a riflettere, semplicemente uscendo dalla mediocrità e banalità degli altri format. È successo con Satyricon, L'Ottavo Nano, (ogni giovedì sera con) Annozero, RaiOt, addirittura Parla con Me e Che tempo che fa, poi Report, e altri ancora, fino a Vieni via con me. Il guaio non sono questi programmi, ma il loro pubblico, troppo numeroso per esser tollerato. E allora anche quello spazio va invaso, per raggiungere quella parte di spettatori che davanti ad una scelta vera, premia Fazio e Saviano preferendoli al Grande Fratello e a Montalbano. Tre minuti a Vieni via con me per raggiungere una fetta enorme di elettori, e rintronarli con il solito messaggio assordante diffuso dai soliti personaggi. Ma se quei programmi hanno successo, è proprio perché loro non ci sono.
Perché vengono dimezzate le puntate di una trasmissione che registra nove milioni di spettatori, conseguendo il record di rete?
Perché non posso guardare la televisione senza essere continuamente vittima di spot elettorali? Perché non dovrei esigere che il servizio pubblico si limitasse ad essere tale? Perché non siamo noi a decidere?
Perché no?

3 commenti:

  1. "Sarebbe bello se un domani io avessi qualcosa da dire riguardo alle decisioni del Ministro dell'Interno, Maroni, venire tre giorni al Ministero.." più o meno è così che ha risposto Fazio al NON elenco di Maroni, discorso che ho trovato banale ed inutile. "Sarei contentissimo di fare cambio e andare una settimana al mare", è stata, più o meno, la risposta di Maroni alla proposta del conduttore: era un modo indiretto per dire a Fazio che il suo non è un lavoro impegnativo, o evidenziare la fatica di avere un lavoro tanto difficile e di responsabilità, quando uno dei temi più scottanti di oggi è la disoccupazione?
    Sarò prevenuta, ma non ho digerito neanche una parola del Ministro stasera! e, purtroppo, lo immaginavo.. c'è sempre quella lotta per dire l'ultima e per difendersi e per contrabbattere e per bla bla bla, ma quasi mai c'è un discorso nuovo, un nuovo modo di pensare e di FARE, di COSTRUIRE, è tutto, sempre, soltanto, un IO ho fatto, NOI abbiamo lavorato per.. non enfatizzano il cosa, l'oggetto, il risultato, ma il soggetto, cioè loro.
    Perchè non starsene a casa? Perchè non lasciare che programmi simili, che parlano, che studiano, che ricercano, e che NON urlano, NON infangano, seguano il proprio corso? Perchè no?
    Feda

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  2. D'accordissimo con le osservazioni di Massimo prima e di Feda poi....in particolare, il ministro Maroni s'è incartato da solo, ha fatto la figura del presuntuoso fesso, del ballerino di balera che vuole a tutti i costi salire sul palco della Scala e ballare nel "Lago dei cigni" di Čajkovskij, ma quanti l'hanno capito? Questo è il problema.... EPPURE, come dice Massimo, un segnale di speranza c'è a mio avviso, anzi due.
    Primo: un modo di fare televisione "non urlato" e "senza lacrime" fa un record d'ascolti, ergo c'è tanta ma tanta gente che ANCORA pensa, purtroppo tace, non può esprimersi, ma c'è ed è pronta a balzar fuori.....
    Secondo: la speranza più grande per il Paese e per tutti noi è che ragazzi di vent'anni come Massimo e Feda pensino, dicano e si indignino come fanno e come ci auguriamo che continuino a fare.
    Simonetta Schiena

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  3. le parole di Maroni hanno scavato un abisso ancora più profondo tra le parole del Governo e la forza della realtà. Fazio non mi entusiasma, ma ha impostato la trasmissione in maniera magistrale: responsabilità delle industrie dei poteri del Nord nel riciclaggio illegale dei rifiuti, poi i tre minuti di autoelogio del servitore dello Stato, e infine Ilaria Cucchi (nefandezze Polizia di Stato), disastro carceri, immigrati di Brescia..tutte competenze del Ministero degli Interni.
    Quella di ieri è stata la puntata più incisiva, più concreta, mi è veramente piaciuta!
    (Grazie delle belle parole che avete speso per noi e per il blog!)

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